Il cinema indipendente è sempre una terra ricca di talenti che, se saputi indirizzare, si trasformano in veri e propri diamanti. Nonostante il cinema italiano dia poco spazio ai più giovani, rendendo sempre più difficile l'accesso ai piani alti, si possono trovare degli elementi di spicco come il giovanissimo Antonio D’Aquila (classe '95) regista del film "Le Porte".
Trama
"Le Porte" è un film vivace che si incanala in un percorso di vita, in cui i protagonisti devono fare un viaggio di ritorno, inteso come un viaggio per ritrovare il proprio equilibrio interiore, un luogo di salvezza, un rifugio dalla paura e dalla paranoia da cui sono inseguiti e sopraffatti.
L'introspezione è il punto cardine del film
Cast
D'Aquila non è soltanto bravo a dirigere, il che ad oggi è difficile visti i tantissimi self made director che nascono come funghi, ma ha anche la naturale inclinazione a cogliere le migliaia di sfaccettature che caratterizzano i personaggi. Andrea Migliore, Elia Tapognani, Riccardo Sergio e Roberto Marini hanno, tuttavia, brillato di luce propria offrendo un discreto livello di recitazione.
La visione onirica
Non dispiace affatto l'idea del regista e produttore di affiancare delle visioni oniriche durante questo "viaggio" che i tre protagonisti affrontano. Tuttavia è bene muovere una critica
alle modalità di presentazione delle stesse.
La nebbia è un pò troppo retrò come effetto...
Critica
Nel complesso "Le Porte" supera pienamente il suo esame, così come anche D'Aquila che si rivela un possibile astro nascente, a patto di non snaturarsi troppo e di sistemare qualche piccolezza stilistica. Splendide le riprese esterne va a cadere su quelle interne dove si evince la mancanza di uno scenografo.
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